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Dialetto

Tradizioni, Storie e Dialetto - Un Viaggio Autentico attraverso le Radici di una Comunità Appassionata. Scoprite le usanze di Villapiana e dei paesi limitrofi, con approfondimenti sul dialetto e scambi culturali via web.

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Premessa

Appassionato di tradizioni e cultura locale, con un occhio di riguardo anche ai paesi limitrofi, vorrei mettere a disposizione degli utenti, le mie personali conoscenze che non vengono da un professionista, bensì da persona innamorata del suo territorio. Nella pagina si parlerà delle tradizioni di Villapiana, le usanze, le ricorrenze, di storia e storie. Parleremo del dialetto, a questo proposito vorrei portare alla vostra attenzione il fatto di essere coautore con il professore Gianni Mazzei, del primo vocabolario villapianese-italiano/italiano villapianese, edito da “terra d’ulivi edizioni”.

A questo proposito saranno descritte come e perché, sono nate alcune regole particolari, per aiutare nella pronuncia dei vocaboli. Parleremo delle dirette via web con le quali stiamo attivando degli scambi culturali, al momento solo in ambito dialettale, con altre regioni italiane. Non è tutto anzi c’è molto di più, pertanto vi invitiamo a seguirci e, se vi farà piacere, interagire con pareri e/o suggerimenti.

News e Articoli

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Il dialetto fortifica il concetto


Filomena Costa

Dedicato a: mia nonna Filomena

Evento: Libro presentato nell’iniziativa promossa da il Bar Rovitti in collaborazione con Associazione Villapiana Borgo Attivo, con la partecipazione di Antonio Bria in veste di moderatore.

Occasione: I Sabato del Rovitti – Caffè Letterario: autori villapianesi.

Data: Sabato 7 dicembre 2024, dalle ore 20:00.

La poesia di Filomena Costa è il prodotto di un minimalismo dell'animo in direzione positiva e ottimistica; un minimalismo che produce emozioni verso la positività delle piccole cose, del dettaglio, della relazione positiva: in famiglia, nella comunità degli amici, nella comunità della società -- quella del paesello, che si spaura davanti al mondo (U munn ied in disordin).

La lettura di alcune poesie ha portato ad alcune considerazioni sulla scrittura "in dialetto" e sulle possibilità che il dialetto possa essere tramandato alle generazioni del futuro. È opinione di Bria che l'opera che Filomena Costa sta portando avanti assieme ad altri villapianesi -- Gianni Mazzei, Federico De Marco, Vincenzo Diodati, Erminia De Paola, ma anche Maria Rosaria La Vitola, che si esprime prevalentemente in dialetto sui social -- porterà necessariamente ad una "fissazione" sulle modalità di scrittura, e ciò porterà nel futuro il nostro dialetto. Infatti, l'oralità per sua strutturazione è destinata a sciogliersi ed evaporare nei linguaggi che i giovani tendono ad usare per il principio di semplificazione che accomuna tutte le lingue. Per il futuro del dialetto sarà necessario forzarne in qualche modo la sua prevalente oralità verso la scrittura: è così che le lingue evolvono nel tempo e possono allo stesso tempo conservarsi.

I temi che sostengono l'emozione poetica di Filomena insistono sulle persone che non ci sono più: Nonna Filomena, Dinicella, zia Dina, i nonni: nostalgia dell'assenza-presenza; lo scrivere come terapia per l'anima: Quann afor chiovid, Cu a poesij sempr men, l'inevitabilità dello scrivere per chi scrive; nostalgia per un passato concreto: Il Partito, Vulimm cangè u munn / Un si putivid fe / Ma ci pruvuamm u stess; i tempi di una volta reali e vissuti e quelli della narrazione.

Durante la presentazione sono stati trattati anche temi di carattere generale: la promozione culturale e del dialetto (stigma vs valorizzazione); i giovani di un tempo e quelli di adesso; la vita sociale in paese e il suo evolversi.

Le poesie di Filomena Costa hanno "sbloccato" due ricordi al moderatore:

  1. I nonn. Le lotte degli operai socialisti degli anni 50 e 60: Pietro Costa, Francesco Bria, Paolo Tisci, Domenico Adduci ed altri, che portarono al Comune di Villapiana il Sindaco Domenico Bianculli.

  2. U Natel i na vot. D'inverno a Villapiana -- negli anni 60 -- con il mal tempo automaticamente mancava la luce. Con ogni tempo quindi la squadra Enel di Villapiana (Ciccio Grisolia, Franco Raso, Nunzio Carbone, Primo Caporale e Gaetano Costa) usciva alla ricerca del guasto (un cavo tranciato, un palo caduto, ecc.) e tornava a casa solo a problema risolto. Altri operai, altri eroi.

La serata si è chiusa con l'auspicio del Presidente Oreste Bellini, che si possa proseguire in queste iniziative di promozione culturale, per avvicinare sempre più persone e consolidare il senso di comunità. Invitiamo a contattare l'autrice per avere una copia del libro.

Alcuni riferimenti bibliografici

  • Gianni Mazzei -- Federico De Marco: Vocabolario italiano-villapianese villapianese-italiano, Terra d'ulivi edizioni. Lecce, 2019.
  • Vincenzo Diodati: Fatti di Parole. Voci e soprannomi di Villapiana, Ferrari editore. Corigliano-Rossano, 2021.
  • Filomena Costa: Il dialetto fortifica il concetto, Istituto Italiano Pleasant Hut. Fregene (Roma) 2023.
  • Erminia De Paola: A Valiggia, Pagina Elsewhere di VBA-News, www.villapiana.tv 2024.

Antonio Bria

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Mostra Fotografica sul Pane fatto in Casa

Il 15 ottobre, presso l'Associazione Villapiana Borgo Attivo, è stata inaugurata la sede del Centro del Dialetto di Villapiana, intitolata a Maria Grazia Filardi. La cerimonia, seguita dai ringraziamenti di Federico De Marco, è stata catturata in esclusive immagini nella Galleria Fotografica che presentiamo qui.


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Il Pane fatto in Casa: sacralità che si ripete

Il pane fatto in casa è un antico rito che persiste ancora oggi. Dalla preparazione del lievito alla cottura, ogni fase è un passo nel rituale della panificazione. L'articolo rivela i segreti e i gesti ancestrali tramandati dalle donne, offrendo un viaggio nella tradizione del pane fatto con cura e dedizione.


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Inaugurazione del Centro del Dialetto di Villapiana

Sabato 15 Ottobre alle 17,30, l'Associazione Villapiana Borgo Attivo ha celebrato l'inaugurazione del Centro del Dialetto di Villapiana, intitolandolo a Maria Grazia Filardi. La cerimonia, che ha coinvolto numerosi cittadini accolti dalle Nobil Dame di Maria Antonia Bevilacqua, è stata aperta da Antonio Bria, coordinatore di VBA-News. Filardi è stata onorata come custode delle tradizioni villapianesi, con il sostegno del Consiglio Direttivo e del Presidente dell’Associazione, Prof. Oreste Bellini.

Durante l'evento, è stata svelata la targa del Centro e Federico De Marco ha espresso la sua gratitudine a nome della famiglia, sottolineando l'importanza di trasmettere le tradizioni ai giovani e coinvolgendo tutte le madri villapianesi. Nell’articolo completo anche una galleria fotografica dell'evento.


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Inaugurazione del Centro del Dialetto di Villapiana

Primo Incontro Poesia Dialettale

Sabato 25 giugno 2022, nella sede di Villapiana Borgo Attivo si è tenuto il primo incontro della sezione “Villapiana centro del dialetto”. Hanno partecipato i poeti dialettali Antonio Gerundino - Federico De Marco – Gianni Mazzei - Leonardo Alario - Vincenzo Toscani - Giuseppina Mormandi - Lisetta Cersosimo - Rocco Franco Ha preceduto la lettura la relazione di Giorgio D’Elia sul tema “nel segno di P.P. Pasolini, nel centenario della nascita”. È intervenuto Oreste Bellini, presidente VBA, ha coordinato Gianni Mazzei.

Maria Grazia Scarnecchia.

PRIMO INCONTRO POESIA DIALETTALE | Nel segno di P. Paolo Pasolini, nel centenario della nascita
Ore 18:00 - Villapiana (CS) - Corso Umberto I - Sede dell’Associazione Villapiana Borgo Attivo

Introduce: Giorgio D’Elia | INTERVENGONO: Paolo Montalti, Sindaco del Comune di Villapiana - Ilaria Costa, Assessore alla Cultura del Comune di Villapiana - Oreste Bellini, Presidente dell’Associazione Villapiana Borgo Attivo - Coordina: Gianni Mazzei

POETI PRESENTI:
Giuseppe Rizzo, Antonio Gerundino, Federico De Marco, Gianni Mazzei, Leonardo Alario, Leonardo la Polla, Vincenzo Toscani, Giuseppina Mormandi, Lisetta Cersosimo, Rocco Franco

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La Leggenda dei Tagliolini al Latte

La leggenda ci trasporta in un giorno di fine aprile, quando la primavera dipingeva il paesaggio con i suoi vividi colori. Un mendicante, dall'aspetto umile, chiedeva cibo ai pastori, ma veniva respinto senza pietà. La storia prende una svolta sorprendente quando, alla vigilia dell'Ascensione, il mendicante si rivela essere il Redentore in persona. I pastori, pentiti del loro comportamento, decidono di redimersi dando il latte delle loro mandrie a chi ne avesse fatto richiesta in devozione a Gesù. Così nascono i Tagliolini dell'Ascensione, preparati con latte e dedicati a quella giornata speciale. Un piatto che ancora oggi porta con sé la lezione di compassione e generosità insegnata dal misterioso mendicante divino.


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"U carrüšl'" - la trottola

Le trottole, divise in tre categorie - a cucummuèll', u scrivaràzz', e u pingulatògn' - rappresentano vari livelli di potenza distruttiva. La storia descrive con dettagli appassionati la costruzione delle trottole e le tattiche di gioco. Il gioco coinvolge lanci abili e diverse tecniche, come il "tira zigagl'" per principianti o il più aggressivo "spacchè" con u pingulatògn'. Il narratore racconta con entusiasmo i tipi di lanci e le strategie utilizzate, creando un'atmosfera vibrante di competizione. Il terreno di gioco, un cerchio tracciato su un terreno duro, diventa l'arena di sfide tra due giocatori o squadre. Le regole, dal sorteggio per il primo lanciatore alla determinazione delle dimensioni del cerchio, aggiungono ulteriore complessità al gioco. La storia culmina con la descrizione del gioco in sé, con le trottole all'interno del cerchio, prigioniere o libere in base a varie condizioni. La narrazione si conclude delineando le situazioni in cui il gioco può terminare, creando un ritratto vivido di una tradizione ludica ricca di emozioni e intrighi strategici.


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Curuèmm

La Quaresima, emerge come un periodo di transizione e purificazione dopo il carnevale e le sue festività. Curuèmm, il fantoccio simbolo di questo periodo, rappresenta una figura debilitata e imbruttita, preparata con cura per sottolineare il digiuno, il pentimento e l'attesa della Pasqua. Il racconto descrive dettagliatamente la creazione di Curuèmm, un fantoccio con corpo a croce, maglione nero, testa di arancia selvatica e penne di gallina a raggiera. Le penne, sette in totale, rappresentano le domeniche di Quaresima, e una viene eliminata ogni settimana.

L'ultimo atto consiste nel bruciare il pupazzo, un compito spesso affidato al più giovane della famiglia. Nella narrazione, si riflette sulla Quaresima come un periodo di digiuno non solo alimentare ma anche emotivo, con l'astinenza da relazioni intime, evidenziata dal fatto che alcuni uomini evitavano di tornare a casa durante questo periodo.

La tradizione di astenersi dalla carne, intesa sia come cibo che come relazioni fisiche, emerge come parte integrante di questa pratica quaresimale. Il racconto culmina con la descrizione del gioioso ritorno alla normalità durante la Pasqua, con la fine delle penitenze e delle restrizioni. Le donne, con i loro cesti colmi di prelibatezze, si dirigono verso i parenti per festeggiare la Santa Pasqua e riunirsi in famiglia. La narrazione dipinge vividamente la dualità della Quaresima, un periodo di rinuncia e purificazione seguito dalla gioiosa celebrazione della Resurrezione durante la Pasqua.


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